Siamo abituati a pensare alle formiche come insetti fortemente sociali, organizzati in una struttura gerarchica e con un’efficiente divisione dei ruoli, ma i primi esemplari di questa specie potrebbero essere stati ben diversi. Alcuni scienziati avevano infatti ipotizzato che alcune delle prime formiche fossero predatori specializzati e solitari, e una recente scoperta sembra avvalorare questa tesi.
Discendenti da progenitori simili alle vespe, le prime formiche sono apparse fra i 130 e i 110 milioni di anni fa, nel corso del Cretaceo. La loro espansione e diversificazione ha avuto un’accelerazione in concomitanza con l’ascesa delle Angiosperme, fino ad arrivare alle circa 12.500 specie classificate al giorno d’oggi (su un totale stimato di 22.000). Gran parte delle formiche scoperte risalenti al Cretaceo rientra nella sottofamiglia estinta Sphecomyrminae, caratterizzata da una forte diversità fra le varie specie, soprattutto per quanto riguarda la forma delle strutture del corpo dedicate al nutrimento. Studi recenti hanno portato alla definizione di un nuovo genere estinto, Gerontoformica, che include anche alcune specie in precedenza inserite fra le Sphecomyrminae. Le specie appartenenti a questo genere possedevano una struttura sociale già piuttosto avanzata, con una distinzione di ruoli fra individui “operai” e altri dediti alla riproduzione. Il quadro che emerge è quindi complesso, e l’analisi delle strutture fisiche delle formiche ancestrali – per la maggior parte conservate in frammenti d’ambra ritrovati in Birmania, Francia, Siberia, Canada e New Jersey – può rivelare molte informazioni sulla loro organizzazione sociale.