Giunta alla sua nona edizione – senza contare i più di vent’anni della sua precedente incarnazione come ModCon – Play, Festival del Gioco di Modena è ormai una realtà affermata nel panorama ludico italiano. Tenutasi l’1 e il 2 aprile, il festival ha raccolto appassionati di giochi da tavolo, di ruolo, di carte e di miniature, offrendo loro un’abbondante varietà di ambientazioni nelle quali immergersi e divertirsi: giungle da esplorare, città da costruire, pianeti da conquistare. E poi ancora highland scozzesi, vie commerciali, mari e galassie, porti e alberghi, viaggi temporali, strade e colonie. Fra tutti questi “strani mondi”, uno in particolare ha attirato la nostra attenzione, visto il suo stretto legame con la scienza. Legame che non si limita al background scientifico o alla verosimiglianza di alcune meccaniche – come in altri casi di cui abbiamo parlato qui o qui – ma che nasce con intenti divulgativi ed educativi.
Si tratta di Vita da Lupi, un gioco da tavolo sul tema della conservazione del lupo attraverso l’arco alpino, realizzato all’interno del progetto Life Wolfalps da una collaborazione fra il MUSE di Trento, l’Associazione Play Res e il Gruppo di Promozione per la Ricerca sul Gioco dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Life Wolfalps è un progetto cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito della programmazione LIFE+ 2007-2013 su natura e biodiversità, a cui partecipano diversi enti italiani e sloveni, coordinati dal Parco naturale delle Alpi Marittime. Il progetto si prefigge di realizzare una serie di azioni coordinate con lo scopo di assicurare la conservazione a lungo termine della popolazione alpina di lupo. Queste azioni includono il monitoraggio dei branchi di lupi e dei loro spostamenti, la prevenzione degli attacchi ad animali domestici, il controllo dell’ibridazione fra cane e lupo (al fine di mantenere la diversità genetica di quest’ultimo), il contrasto del bracconaggio e, ultima ma non certo per importanza, un’attività di comunicazione volta a diffondere informazioni sul lupo sfatando molti falsi miti che circolano a riguardo.
Ed è proprio in questo contesto che rientra Vita da Lupi.
“L’idea di fare un gioco è nata all’interno del nostro gruppo di comunicazione”, racconta a OggiScienza Carlo Maiolini, project manager di Life Wolfalps per conto del MUSE. “Qui al museo c’è molto interesse per l’uso di linguaggi innovativi, e il gioco, soprattutto tenendo conto dell’evoluzione dei boardgame moderni, ha un grande potenziale didattico. Per questo avevamo bisogno di esperti del settore”.
Il MUSE si è così rivolto a Matteo Bisanti, Giorgio Gandolfi e Andrea Ligabue di Play Res, un’associazione culturale per la promozione, divulgazione e ricerca sul gioco e la teoria dei giochi. “Ci siamo intesi al volo e abbiamo lasciato loro carta bianca per quanto riguarda le meccaniche di gioco, spiegando quali fossero le nostre esigenze e i nostri obiettivi dal punto di vista scientifico e comunicativo”, conclude Maiolini, che ha coordinato lo sviluppo del gioco insieme a Maria Bertolini e Maria Vittoria Zucchelli. “Loro ci hanno proposto alcuni prototipi e insieme ne abbiamo rivisti alcuni aspetti, cercando di trovare un buon compromesso fra la precisione scientifica e la relativa semplicità delle regole. Essendo un gioco pensato per l’attività formativa nelle scuole, volevamo che fosse spiegabile in dieci minuti”.