Da Oggiscienza, 19 ottobre 2017
Anche quest’anno non ci siamo persi l’appuntamento con Stranimondi, il festival del libro fantastico tenutosi a Milano il 14 e 15 ottobre 2017. Al di là dell’omonimia, le affinità fra questo evento e la nostra rubrica non mancano, visto che in entrambi i casi l’interesse per narrativa, fumetti e giochi si incontra con la scienza. Come nelle passate edizioni, infatti, al festival di Stranimondi era presente anche il CICAP, sia con uno stand sia con la partecipazione di Marco Ciardi, storico della scienza all’Università di Bologna.
Nel suo intervento, Ciardi ha raccontato le origini del mito degli antichi astronauti, secondo il quale creature provenienti da altri pianeti hanno visitato la Terra nel lontano passato, lasciando tracce del loro passaggio e influenzando la nostra storia antica. Un tema, questo, che Ciardi ha analizzato in un libro uscito l’anno scorso, Il mistero degli antichi astronauti, di cui ovviamente abbiamo parlato su Stranimondi.
Il mito degli antichi astronauti affonda le sue radici in un misto di teosofia e fantascienza (o meglio, della proto-fantascienza ottocentesca), fra Madame Blavatsky e H. G. Wells, per poi svilupparsi lungo percorsi che incrociano scienziati come Carl Sagan e Albert Einstein, divulgatori fantasiosi ma comunque dubbiosi come Peter Kolosimo, e veri e propri pseudoscienziati come lo scrittore Erich von Däniken. Al termine dell’incontro, abbiamo discusso con Ciardi su questo intreccio di scienza, fantascienza e pseudoscienza.
“È un tema molto affascinante, poiché riguarda il rapporto fra scienza e immaginazione. Già Galileo, che, ricordiamolo, era un appassionato di letteratura, aveva ben chiara la distinzione fra questi due elementi. Così come ce l’avevano chiara autori di fantascienza come Asimov e lo stesso Wells.”
Il punto è che la pseudoscienza non rispetta le regole della discussione e dell’indagine scientifica. Scienziati come i già citati Einstein o Sagan parlavano della possibile esistenza di vita extraterrestre ma di certo non sostenevano l’esistenza di antiche civiltà che avrebbero interferito con la storia umana. Cosa che invece faceva von Däniken, citando tracce archeologiche e artistiche come presunte prove scientifiche di questo antico contatto.
“Un conto è fare ricerca scientifica, un altro è raccontare una storia che magari prende spunto da idee scientifiche, ma che rimane un’opera di fantasia,” continua Ciardi. “E questo vale sia per la letteratura sia per la pseudoscienza. Questo vuol dire che ci possono essere intrecci tali per cui idee nate dalla letteratura diventano fonte di ispirazione pseudoscientifica, ma non significa certo che la fantascienza incoraggia alla pseudoscienza.”