Il viaggio di una farfalla monarca per andare a svernare e quello di una coppia newyorchese in cerca di un nuovo inizio. Su questi due percorsi si snoda Rovine, la graphic novel con cui l’artista e illustratore americano Peter Kuper ha vinto l’Eisner Award nel 2016. Pubblicato in Italia da Tunué e tradotto da Vanni Santoni, Rovine è l’ultimo tassello di una lunga e variegata carriera artistica, iniziata nel 1971 con una fanzine e fin da subito intrisa di riflessioni politiche e sociali.
“La politica è come un incendio in casa tua, non puoi ignorarlo” ci ha detto al termine della prima presentazione italiana del fumetto, alla libreria Supergulp di Milano. “Sono cresciuto durante la Guerra del Vietnam, sono passato attraverso Reagan, due Bush, la crisi economica e ora Trump. Non riesco a fare lavori che non abbiano implicazioni politiche e sociali”.
Nel 1979, insieme all’amico di infanzia Seth Tobocman e al pittore Christof Kohlhofer, Kuper fonda World War 3 Illustrated, un’antologia di fumetti improntati su una forte critica antagonista al conservatorismo di destra incarnato da Ronald Reagan. Nel corso degli anni ha iniziato a collaborare con diverse riviste, da MAD magazine – storico giornale umoristico e satirico americano, per il quale disegna la striscia SPY vs SPY dal 1997 – a Time e The New York Times, per i quali ha realizzato diverse copertine. “Sono anche stato inchiostratore di Richie Rich, il che è piuttosto ironico”, ha ricordato con un sorriso. Un’esperienza che ha sfruttato a modo suo, usando lo stile visivo del cartoon dedicato al bambino più ricco del mondo per una parodia di George W. Bush, Richie Bush, The Poor Little Oligarch.
L’impegno di Kuper è evidente anche in Rovine, ambientato a Oaxaca – dove Kuper ha vissuto per due anni con moglie e figlia, nello stesso periodo descritto nel fumetto – fra tematiche ambientaliste, immigrazione e proteste di piazza. “A un certo punto io e mia moglie abbiamo sentito il bisogno di prenderci una pausa, volevamo allontanarci da Bush e da New York”, ci ha raccontato. “Inoltre, nostra figlia aveva nove anni e volevamo insegnarle una seconda lingua, così scegliemmo Oaxaca, una città messicana che avevamo visitato un paio di volte e che ci era piaciuta”.
Una pausa da Bush ma non certo dall’impegno politico. “Non ci eravamo informati su cosa stesse accadendo in quella città e dopo il nostro arrivo notammo su molti muri la scritta ‘fuera uro’. Scoprimmo che si riferiva al nuovo governatore, Ulises Ruiz Ortiz, accusato di brogli elettorali, corruzione e repressione del dissenso. Ogni anno gli insegnanti scendevano in piazza a protestare per la mancanza di fondi, ma quell’anno (il 2006) Ortiz decise di mandare la polizia a scacciarli. Ci furono incidenti, morirono alcune persone fra cui anche un giornalista americano, il che richiamò l’attenzione internazionale, e alla fine lo sciopero e le proteste durarono per sette mesi”.
Kuper disegnò quegli eventi, che in finirono nel suo Diario di Oaxaca. E, in parte, gettarono i semi per quello che sarebbe diventato Rovine. “Tornammo negli States giusto in tempo per le elezioni di Obama e per lo scoppio della crisi finanziaria. E ci venne subito voglia di tornare in Messico. Non lo feci nella realtà ma tramite i fumetti. Cominciai a lavorare a una vera e propria storia, con dei personaggi che potevo inserire nel cuore degli eventi cui avevo assistito”.
Samantha e George, i protagonisti di Rovine, arrivano a Oaxaca proprio nel periodo delle proteste contro Ortiz e si ritrovano coinvolti direttamente nella drammaticità della situazione, che influirà sui loro percorsi personali e sulle loro scelte di vita.
E qui entra in gioco la farfalla.
“Gli insetti mi hanno sempre affascinato”, ci ha rivelato Kuper. “Prima di appassionarmi ai fumetti sognavo di diventare un entomologo. Quando avevo quattro anni ho assistito a un fenomeno naturale che mi è rimasto impresso: c’è una specie di cicala che vive la maggior parte della sua vita sottoterra ed emerge quando raggiunge i diciassette anni. Tutti i membri di una popolazione sono sincronizzati e quindi escono tutti assieme, ed è uno spettacolo incredibile. Gli insetti mi appassionavano così tanto che a sei anni mio padre mi ha fatto fare un piccolo cartello con su scritto ‘Peter Kuper, entomologo’. L’ho tenuto sulla scrivania per parecchio tempo”.
Le popolazioni di farfalle monarca del Canada e degli Stati Uniti orientali ogni anno migrano verso sud fino a raggiungere il Messico, dove svernano e, durante l’estate, si riproducono. In Rovine, una di queste farfalle parte da New York in contemporanea con Samantha e George, e – mentre loro si confrontano con la situazione di Oaxaca e con sé stessi – viaggia attraverso scenari diversi. Sorvola le periferie degradate del New Jersey e quelle di New Orleans devastate da Katrina, i campi della Monsanto e le falde inquinate dall’uomo. Vede sparatorie e luoghi bellissimi, e viene anche catturata da studiosi che la marcano con un bollino per poi liberarla di nuovo.
“Quello della marcatura era un trucco per rendere distinguibile quella farfalla dalle sue simili”, ci ha spiegato Kuper. “Al tempo stesso, volevo anche mostrare un’interazione fra la natura e l’uomo che non fosse negativa ma, in questo caso, improntata alla conoscenza. La scienza è importante da questo punto di vista, poiché ci aiuta a conoscere il mondo e le minacce che dobbiamo affrontare. Per esempio il riscaldamento globale. Purtroppo Trump sta cercando di ostacolare gli scienziati che parlano di questi temi”.