Da Oggiscienza, 10 febbraio 2016
Scordatevi salti nell’iperspazio e astronavi più veloci della luce; nell’universo di The Expanse i viaggi spaziali richiedono settimane, se non mesi, pur restando all’interno del Sistema Solare e chi manda un messaggio dalla Terra a un vascello in orbita intorno a Giove sa che ci vorrà almeno un’ora e mezza prima di poter ricevere una risposta. Tratta dai romanzi scritti da Daniel Abraham and Ty Franck – il primo dei quali, Leviathan Wakes, ha vinto il premio Hugo nel 2012 – la prima stagione della serie di SyFy ha riscosso un certo successo, soprattutto alla luce dell’eccellente climax che ha portato al finale di stagione.ù
Ambientata circa duecento anni nel futuro, The Expanse segue tre linee narrative: le indagini di un detective sulla sparizione di una giovane; l’incidente che coinvolge un’astronave raccogli ghiaccio e infiammando le tensioni politiche fra la Terra, Marte e la Cintura; e i tentativi del sottosegretario delle Nazioni Unite di evitare che queste tensioni sfocino in una guerra interplanetaria. Il legame fra queste sottotrame si svela passo dopo passo, man mano che i protagonisti indagano sui fatti nei quali sono coinvolti e cercano di inserirli in un quadro più grande, fatto di rapporti complessi, sfumature e misteri.
Le tre linee narrative portano con sé influenze e atmosfere di diversi generi: seguendo le vicende del sottosegretario fra i palazzi del potere a New York si respira l’aria del thriller politico, mentre il contrasto fra gli angusti spazi delle astronavi e il vuoto siderale al loro esterno richiama una certa fantascienza claustrofobica e incentrata sulla sopravvivenza. Infine, le strade affollate di Ceres, nella Cintura, e la cinica malinconia del detective sono intrise delle più classiche atmosfere noir.
Unire questi elementi in una miscela ben amalgamata non era impresa facile ma gli autori ci sono riusciti egregiamente. I salti da uno scenario all’altro sono sempre fluidi e non si ha mai una sensazione di discontinuità, così come non si rischia mai un calo di interesse o di tensione. Tutte e tre le sottotrame sono infatti avvincenti e la sceneggiatura sa quando soffermarsi su una di esse per svelare nuovi elementi della storia. Anche i colpi di scena sono ben dosati e mai troppo forzati, sempre in equilibrio fra la credibilità della vicenda e la volontà di catturare lo spettatore. Un plauso va anche alla caratterizzazione dei personaggi, che risultano interessanti anche quando sono inquadrati in archetipi ben definiti. Merito di una scrittura mai superficiale, di dialoghi ben sceneggiati e di un cast molto convincente.