Fra 25.000 e 19.000 anni fa, l’ultima era glaciale che la nostra Terra ha sperimentato raggiungeva il suo culmine e la calotta glaciale arrivava a ricoprire l’Europa settentrionale. Poi i ghiacci cominciarono gradatamente a ritirarsi e, man mano che ciò accadeva, i nostri antenati tornavano a occupare quei territori. La colonizzazione dell’Europa da parte di Homo sapiens era iniziata circa 45.000 anni fa, di pari passo con il declino dei Neanderthal – come suggerisce la sparizione dei loro attrezzi nei reperti archeologici – ma sappiamo poco di quel che accadde dopo, fino alla comparsa dell’agricoltura (circa 8.500 anni fa). Ciò è dovuto soprattutto alla scarsa quantità di materiale genetico, proveniente da soli quattro campioni, grazie al quale cercare di ricostruire le dinamiche delle popolazioni umane europee prima, durante e dopo l’ultima glaciazione.
Ma un nuovo studio, recentemente pubblicato su Nature e coordinato da David Reich, professore al dipartimento di genetica della Harvard Medical School di Boston, ha portato un nuovo e significativo contributo alla ricerca su questo argomento. Frutto di una collaborazione internazionale che ha coinvolto diverse università e istituti – dall’MIT al Max Planck di Leipzig, incluse le università di Pisa, Bari, Bologna, Firenze, Siena – lo studio era incentrato sull’analisi genomica di campioni provenienti da 51 individui eurasiatici, vissuti fra 45.000 e 7.000 anni fa. Grazie a una tecnica chiamata in-solution hybrid capture enrichment, i ricercatori sono riusciti a evitare i problemi causati da possibili contaminazioni del DNA ancestrale e a ottenere un’interessante panoramica sulle migrazioni avvenute in Europa in quel periodo.