Da Oggiscienza, 20 dicembre 2017
Non potevo esimermi dal parlare de Gli ultimi Jedi , secondo film della terza trilogia, diretto da Rian Johnson – già regista dell’eccellente Looper e di una delle più belle puntate di Breaking Bad – uscito nelle sale italiane il 13 dicembre.
Prima di proseguire, un avvertimento per chi non avesse ancora visto il film: questa recensione conterrà diversi spoiler, quindi pensateci bene prima di riprendere la lettura dopo l’immagine.
Nel commentare Il risveglio della Forza , più che sulle tante somiglianze con Episodio IV mi ero soffermato sulle differenze rispetto al primo film di Star Wars , sugli elementi di novità che, senza dimenticare gli archetipi su cui la saga si fonda, avrebbero condotto la terza trilogia in una direzione nuova. O almeno, questa era la mia speranza.
Speranza che non è andata disillusa, perché Gli ultimi Jedi cambia in effetti le carte in tavola e, in parte, lo fa anche bene. Due sono le principali linee narrative del film.
Una è incentrata sul rapporto fra Rey e Kylo Ren, legati dalla Forza e in grado di comunicare anche a grandi distanze. Fra di loro serpeggia una tensione continua, ben sottolineata da una serie di montaggi alternati e da dialoghi asciutti ed efficaci, che riescono a restituire la situazione di confusione in cui si trova Rey, divisa fra ciò che le dice Kylo – che lei inizia a chiamare Ben – e le esitanti rivelazioni di Luke Skywalker. Il vecchio jedi è uno dei punti di forza del film e l’interpretazione di Mark Hamill riesce a infondere nel personaggio il tormento di un eroe che ha reagito al fallimento ritirandosi dal mondo.
Grazie ai suoi racconti e a quelli di Ben, veniamo a sapere cosa ha scatenato la rabbia di quest’ultimo, spalancando le porte al Lato Oscuro che in lui era già forte. A sottolineare questo aspetto ci pensa anche il Leader Supremo Snoke, che finalmente vediamo dal vivo. Sarà proprio lui, nel rimproverare le esitazioni di Kylo Ren, a ricordargli che non è all’altezza di Darth Vader. Significativo, in questo senso, il momento in cui gli ordina di levarsi la maschera, che poi Kylo/Ben distrugge in uno dei suoi impeti di rabbia. Non la indosserà più per il resto del film.
Questo è uno dei momenti chiave di Episodio VIII , segno evidente della volontà di cambiare marcia. Darth Vader, il villain che con la sua enorme presenza ha tenuto insieme i primi sei episodi della saga, non c’è più. Invece di cercare di emularlo, si è scelto di sostituirlo con un suo aspirante erede, costretto a un confronto che non può vincere, sia nell’universo immaginario di Star Wars , sia nel mondo reale degli spettatori. E proprio da questo conflitto, in parte meta-narrativo, che nasce la forza di questo personaggio solitario, sempre in cerca di riconoscimento e approvazione. Uno dei più interessanti della nuova trilogia, complice anche l’interpretazione di Adam Driver.
Stretta fra lui e Mark Hamill, pur non dando prova di sopraffine doti recitative Daisy Ridley riesce comunque a non sfigurare; salvo un paio di sorrisi la sua Rey non è molto espressiva ma compensa con la giusta dose di fisicità e carisma. L’interazione fra questi tre personaggi rappresenta il cuore di Episodio VIII , riportando al centro della storia la componente mistico-eroica della saga e, forse, tranquillizzando i tanti fan scontentati da come J.J. Abrahms aveva rappresentato la Forza nel film precedente. Qui, complice la presenza di un mentore di eccezione, la Forza torna a essere quella che è sempre stata, un’energia spirituale che pervade l’universo e non una semplice serie di trucchetti supereroistici. Interessante anche il riferimento a una sorta di equilibrio fra il Lato Chiaro e quello Oscuro, cui fa cenno Snoke.
Se potessi valutare solo questa parte di trama, non potrei che lodare Gli ultimi jedi . Però c’è anche il resto del film.
La seconda linea narrativa riguarda il conflitto militare fra il Primo Ordine e la Resistenza. Il nodo della vicenda è rappresentato da una nuova tecnologia grazie alla quale la flotta del Primo Ordine riesce a seguire le navi dei ribelli anche dopo il salto nell’iperspazio. Inizia così un inseguimento dove gli Star Destroyer e l’ammiraglia di Snoke tallonano la piccola flotta ribelle, che un’incursione di Kylo Ren ha privato dei caccia X-Wing. È solo una questione di tempo prima che la nave di Leia Organa rimanga senza carburante e senza energia per gli scudi che la proteggono dai cannoni nemici.