Più di due anni fa vi avevamo parlato di un luogo con tutte le carte in regola per far parte degli Stranimondi della nostra rubrica: l’Area X inventata dallo scrittore americano Jeff VanderMeer. Oggi torniamo a parlarne perché Alex Garland – sceneggiatore di film come Sunshine e Non lasciarmi, scrittore di videogiochi e regista dell’acclamato Ex Machina – ha tratto un film dal primo romanzo della trilogia dedicata all’Area X.
la scienza nelle storie
Il viaggio di Senua nei meandri della psicosi
Senua è una guerriera appartenente all’antico popolo dei Pitti ed è la protagonista di Hellblade: Senua’s Sacrifice, un videogioco pubblicato nel 2017 da Ninja Theory. Quando facciamo la sua conoscenza, la giovane sta guidando una piccola canoa lungo un fiume immerso nella foschia, dalla quale emergono relitti di navi vichinghe, pareti di roccia e cadaveri. La sua destinazione è Helheim, l’ultimo dei Nove Mondi della mitologia norrena, dove finiscono coloro che non sono morti in battaglia. Il suo scopo è ritrovare l’anima dell’amato Dillion per riportarlo in vita.
Ma c’è dell’altro. Perché Senua soffre di grave disturbi psicotici.
La guerra dell’Ascensione fra maghi e tecnocrati
Da Oggiscienza, 21 febbraio 2018
“La settimana in cui il mondo impazzisce, inizia senza clamore”.
La settimana di Julia inizia nel freddo e nella pioggia del novembre svedese. Julia vive a Malmö, lavora come commessa part-time in una libreria e fa volontariato in un centro di accoglienza, il Nordic Aid, dove aiuta a preparare da mangiare per i tanti rifugiati giunti dalla Siria e dall’Afghanistan. Gli arrivi durante l’autunno sono drasticamente aumentati, mettendo in crisi le istituzioni svedesi. Coordinare una cucina di volontari che deve nutrire più di duecento persone non è certo un’impresa facile ed è qui che si comincia a interagire con la storia di Julia, decidendo il suo approccio al problema scegliendo fra diverse opzioni.
La fine della ragione
Il nuovo fumetto di Roberto Recchioni si intitola La fine della ragione ed è uno dei prodotti di punta della neonata Feltrinelli Comics curata da Tito Faraci. È ambientato in un’Italia di un futuro prossimo – la cui società è regredita dopo una ribellione e la successiva guerra civile – e rientra a tutti gli effetti nel genere letterario del pamphlet. È una presa di posizione forte, una reazione di pancia, sentita e impetuosa. È un fumetto riuscito, raccontato in maniera intensa e incisiva, che in certi punti avrebbe potuto osare di più dal punto di vista grafico e che è destinato a suscitare polemiche. È narrato da Asso, l’alter-ego cinico e disturbante dell’autore. “La via del fumettista è la morte” proclama nella prima vignetta, katana in mano e sigaretta in bocca. Affidando a lui la narrazione Recchioni mette fin da subito le cose in chiaro: questo fumetto non va per il sottile.