L’Impero del sogno è l’ultimo romanzo di Vanni Santoni, scrittore fiorentino e direttore della narrativa di Tunué, che con La stanza profonda è stato candidato al Premio Strega. Nasce come prequel dei due fantasy della saga di Terra Ignota e racconta la breve – l’intero arco narrativo occupa una dozzina di giorni – ma intensa avventura vissuta da Federico Melani, detto Mella, già comparso in un altro libro di Santoni, Gli interessi in comune. Indolente ventenne toscano, in conflitto con qualsivoglia autorità, che si tratti della madre, dell’Università o della società in generale, Mella inizia a fare uno strano sogno. Un sogno continuo, che prosegue a ogni momento di sonno e che lo conduce fino a un’accesa riunione con creature d’ogni tipo, dove si trova a dover prendere una decisione difficile, riguardante il destino di una bambina dalle grandi potenzialità. Ha così inizio un’avventura frenetica e surreale, una parodia del genere young adult e dell’esoterismo complottista, una sorta di Storia infinita sotto anfetamine, infarcita di riferimenti colti e di one liner da cinema d’azione anni ’80 e ’90, costruita a livelli come un picchiaduro a scorrimento orizzontale o un hack’n’slash alla Diablo, con punte splatter alla Metal slug.
recensioni
Streghe di tutti i giorni
Da Oggiscienza, 31 maggio 2017
Con la nostra rubrica spesso visitiamo mondi lontani nel tempo e nello spazio, popolati da esploratori, astronauti, supereroi e creature bizzarre, studiando la scienza di cui sono intrise le loro storie. Ma anche il nostro mondo quotidiano può essere un’ottima ambientazione per una narrazione dove la scienza ha un ruolo di primo piano.
Prendiamo la storia di Alice, raccontata da Silvia Bencivelli nel suo romanzo d’esordio, Le mie amiche streghe. Alice ha quasi quarant’anni, è una giornalista scientifica laureata in medicina ed è precisa, ironica, talvolta saputella. Soprattutto con Valeria, Arianna e Lucia, amiche da una vita, da quando ha scoperto che sono diventate streghe. Non aspettatevi nessuna deriva urban fantasy, le amiche in questione – che, come Alice, sono “figlie della stessa borghesia intellettuale di sinistra” e laureate in materie scientifiche – non lanciano incantesimi, non creano pozioni magiche, non evocano creature sovrannaturali. Però credono alla magia.
Fantasmi al cesio
Da Oggiscienza, 10 maggio 2017
“Una scimmia sedata appesa al soffitto, fotografata e presentata come se fosse un fantasma fluttuante; un falso commissionato da un senatore e realizzato da un fotografo, Severo Solpe, che da quel momento riceve molte altre richieste di immagini simili. Finché, per caso, non fotografa un fantasma vero.
Nascono così, nella Buenos Aires del 1911, la Società Ectografica Argentina e la disciplina della ectografia, protagoniste del libro di Roque Larraquy, Rapporto sugli ectoplasmi animali di Buenos Aires. Un libro breve (meno di cento pagine) e singolare, che raccoglie una serie di avvistamenti di fantasmi animali, fotografati da Solpe e dai suoi assistenti.
Perché i giochi di ruolo sono stati (e sono ancora) un’avanguardia culturale
Chiunque abbia mai giocato a un gioco di ruolo è stato in una stanza profonda. Quel luogo nel quale prendono forma mondi fantastici, che esistono nell’immaginario condiviso dai partecipanti, seduti attorno a un tavolo, fra manuali e schede, dadi e matite. Quel luogo dal quale si entra nel dungeon, termine che non può essere tradotto perché “solo quella parola va a formare ciò che ci si attende da quel buco in terra immaginaria: un diagramma di flusso fatto di stanze e porte e trappole, passaggi segreti e mostri e scale, pozzi e sepolcri, predelle e statue (a volte anche inanimate), tane, fiumi sotterranei, tesori: insomma, l’avventura”.