Distopie e catastrofismo da tempo rappresentano una delle correnti dominanti della fantascienza, sulla scia di padri illustri come Orwell, Bradbury e Huxley. Peccato che la lucidità critica e la forza di rottura di questi autori – e di diversi che li hanno seguiti – sia stata normalizzata e incanalata in quello che è diventato un facile trend commerciale, che si allinea a un certo pessimismo diffuso senza offrire nulla di davvero nuovo. Esistono però approcci che si ribellano a queste narrazioni dominanti e reagiscono cercando strade diverse. Approcci che vanno dal progetto Hieroglyph alla rinata fantascienza cinese, fino al solarpunk.
Solarpunk. Come ho imparato ad amare il futuro
In questo video vi parlo della prima antologia italiana di racconti solarpunk, un genere che cerca di guardare al futuro in maniera diversa, senza appiattirsi sulle stagnanti narrazioni distopiche che vanno tanto di moda ma senza neanche lanciarsi in un ottimismo cieco e ingenuo.
Scienza nelle storie: perché è importante?
Ma perché farsi domande e tediare persone su quanto è corretta la scienza di quel film o di quel romanzo? Che senso ha? Soprattutto, ha senso? La risposta semplice è sì, quella più complessa la trovate in questo video.
La scienza di The Witcher
Da Oggiscienza, 8 gennaio 2020
Ai romanzi si sono ispirati gli sviluppatori di CD Projekt Red, sfornando tre videogiochi che, grazie alla loro qualità tecnica e narrativa, hanno ottenuto un enorme successo. Sono poi usciti giochi di ruolo, da tavolo, di carte, gadget e cosplay, fino a culminare nella serie tv che Netflix ha lanciato il 21 dicembre, dopo un’intensa campagna promozionale e un hype piuttosto elevato. L’obiettivo della piattaforma di streaming è infatti di catturare i tanti spettatori rimasti orfani di Trono di Spade con una nuova saga dove si mescolano intrighi, magia, creature fantastiche, sesso e combattimenti.