Joe Lansdale. Dal Texas a Trieste passando per la fantascienza

Da Wired, 9 novembre 2015

ready_tsf_3_jl_cover

Joe Lansdale è alto e schietto, con un’intensa parlata texana. Era in Italia per presiedere la giuria internazionale del Premio Asteroide del Trieste Science+Fiction Festival (vinto ieri dall’australiano Wyrmwood). L’abbiamo incontrato al Teatro Miela, dove hanno avuto luogo buona parte delle proiezioni che hanno animato la città, e la nostra chiacchierata non poteva che cominciare proprio dal concetto di genere letterario. E già qui Lansdale è stato netto. “È un’etichetta che non ha nulla a che vedere con la qualità”, ci ha detto. “Per me esiste un solo genere: la fiction. E al suo interno ci sono buoni libri, pessimi libri e libri mediocri. Chiudere una storia in una scatola con una targhetta sopra serve soprattutto per questioni di marketing, oppure per cercare di orientarsi. Non critico chi lo fa, ma è una distinzione che non mi interessa, né ho problemi quando mi definiscono un autore di genere. Se sono un buon autore di genere significa che sono un buon scrittore, e per me è questo quello che conta”.

Continua a leggere

Ritorno al futuro. Quando la narrativa prevede la scienza

Da Oggiscienza, 23 ottobre 2015

back-to-the-future

Dai libri ai film, dai fumetti alle serie televisive, fino ad arrivare ai videogiochi, la scienza è sempre più presente in un’ampia varietà di forme narrative. Una tendenza che rispecchia l’evoluzione del rapporto fra scienza e società, e che evidenzia timori e speranze legate all’incalzante progresso scientifico-tecnologico di cui siamo spettatori e protagonisti. Gli autori contemporanei sono immersi in un contesto nel quale la scienza è pervasiva e le storie che essi producono non possono che esserne influenzate.

Da un lato, infatti, c’è il forte bisogno di riflettere sui cambiamenti del mondo in cui viviamo, caratterizzato dalle continue scoperte sulla nostra natura biologica, sul nostro impatto ecologico e sulla struttura fisica del nostro stesso universo, per non parlare del flusso continuo di innovazioni tecnologiche. Dall’altro c’è l’altrettanto forte necessità di raccontare vicende che risultino credibili ai lettori e spettatori odierni; le teorie e le conoscenze scientifiche possono infatti diventare un eccellente strumento narrativo, sia come fonte di creatività sia per dare solidità e coerenza a una trama.

Continua a leggere

Ve l’ho già detto che sono stato al Comic-Con?

00 - Intro

Man mano che ci si avvicina a Downtown, il loro numero comincia ad aumentare. Alcuni li identifichi subito: hanno già i loro zaini-borsa e i loro badge, che ti vien voglia di sbirciare per capire se sono visitatori, espositori, professionisti o che altro. Altri ne sono sprovvisti, ma li riconosci comunque dalle magliette, dalle spille sulle borse e da quell’eccitazione che chiunque sia stato qualche volta a Lucca ha imparato a riconoscere nelle file di persone che camminano lungo le mura.

A tutto ciò, aggiungeteci i trolley, i bus, i palazzi. Ovunque, l’immancabile occhietto.

Lungo il tragitto scambio due chiacchiere con qualche veterano, che mi parla di quando, neanche troppo tempo fa, trovare dei biglietti non era una lotteria folle come adesso e non c’erano code estenuanti da affrontare. Di quando c’erano più comic e meno Hollywood.

Ma io ci arrivo da verginello e i confronti con il passato mi interessano fino a un certo punto.

È luglio, sono a San Diego e sto per partecipare all’evento cui ogni nerd che si rispetti sogna di andare, almeno una volta nella vita.

Continua a leggere

Gli scienziati più improbabili del cinema

Da Wired, 27 febbraio 201504 - Gli scienziati più improbabili del cinema 1

Alan Turing e Stephen Hawking sono i più recenti membri di una lista di scienziati che hanno conquistato il grande schermo, con risultati altalenanti (nonostante l’Oscar a Eddie Redmayne per La teoria del tutto) a causa dell’eterno conflitto fra necessità drammaturgiche e attendibilità storico-scientifica. In molti casi, infatti, le loro personalità e le vicende di cui sono stati protagonisti sono state adattate secondo lo stereotipo dominante dello scienziato, che lo vuole geniale ed eccentrico ma anche socialmente distaccato se non addirittura inetto.

Ma il mondo del cinema è anche ricco di scienziati inventati, che il più delle volte sono del tutto in linea con tale stereotipo – con alcune notevoli eccezioni – e la cui credibilità scientifica è spesso traballante, a volte ai limiti del ridicolo.

Continua a leggere