Realisti di una realtà più grande

Da Oggiscienza, 31 gennaio 2018

Cinque premi Locus, quattro Nebula, due Hugo e un World Fantasy Award. E stiamo parlando solo di romanzi. Gli stessi premi li ha poi vinti più volte con i suoi racconti. E poi ci sono il National Book Award for Young People’s Literature del 1973, il Pulitzer del 1997 come finalista nella categoria Fiction, il titolo di Leggenda Vivente della U.S. Library of Congress e svariati altri riconoscimenti alla carriera. Il più recente di essi è la medaglia conferitale dalla National Book Foundation per “il suo impatto trasformativo sulla letteratura americana”.

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Camminare sul confine fra scienza e magia

Da Oggiscienza, 10 gennaio 2018

Daphne è in un momento critico della sua vita e l’eredità di una nonna dimenticata – una grande villa nella campagna francese – sembra essere l’occasione per prendersi una pausa da una quotidianità ormai diventata soffocante. Decide quindi di lasciare il suo compagno e la sua attività di ricercatrice per andare a insegnare nella scuola del paesino vicino al quale sorge la villa, in cerca di un qualcosa che è andato perso.

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In principio c’era il sogno

Da Wired, 25 ottobre 2017

L’Impero del sogno è l’ultimo romanzo di Vanni Santoni, scrittore fiorentino e direttore della narrativa di Tunué, che con La stanza profonda è stato candidato al Premio Strega. Nasce come prequel dei due fantasy della saga di Terra Ignota e racconta la breve – l’intero arco narrativo occupa una dozzina di giorni – ma intensa avventura vissuta da Federico Melani, detto Mella, già comparso in un altro libro di Santoni, Gli interessi in comune. Indolente ventenne toscano, in conflitto con qualsivoglia autorità, che si tratti della madre, dell’Università o della società in generale, Mella inizia a fare uno strano sogno. Un sogno continuo, che prosegue a ogni momento di sonno e che lo conduce fino a un’accesa riunione con creature d’ogni tipo, dove si trova a dover prendere una decisione difficile, riguardante il destino di una bambina dalle grandi potenzialità. Ha così inizio un’avventura frenetica e surreale, una parodia del genere young adult e dell’esoterismo complottista, una sorta di Storia infinita sotto anfetamine, infarcita di riferimenti colti e di one liner da cinema d’azione anni ’80 e ’90, costruita a livelli come un picchiaduro a scorrimento orizzontale o un hack’n’slash alla Diablo, con punte splatter alla Metal slug.

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