Nonostante il lavoro che faccio, non ho mai avuto una gran disciplina nella scrittura e sono molto affascinato dai tarocchi, tant’è che l’unica volta che sono riuscito a scrivere un romanzo ho usato proprio gli arcani maggiori per strutturarne la storia e la scansione in capitoli. Ecco perché mi sono lasciato tentare da Scrittura e tarocchi, un agile e ben fatto manuale di Davide Mana sull’uso dei tarocchi come strumento narrativo che contiene alcuni esercizi e una piccola guida all’interpretazione delle carte, sempre finalizzata allo scrivere. Confesso di non aver ancora provato gli esercizi (per quel problema della disciplina di cui sopra), ma già solo leggerli è interessante perché ciascuno di essi smonta e analizza le diverse fasi della creazione di una storia o di un personaggio per poi associarle a diverse pescate di carte. E lo studio di questi aspetti narrativi è sempre utile.
self-publishing
Esordio nel self-publishing
Alcuni anni fa trovai la strada che cercavo.
Avevo alle spalle svariati tentativi iniziati e mai conclusi, tutta colpa di una scarsa consapevolezza del cosa volessi raccontare e del come volessi farlo. Poi la situazione si sbloccò e pian piano, pezzo dopo pezzo, il romanzo prese forma. Avevo trovato la cornice giusta nella quale infilare tutta una serie di idee e suggestioni, dai tarocchi – che ho iniziato ad amare grazie a JoJo – alla meta-narrativa, senza dimenticare l’imprescindibile Calvino e la teoria dell’evoluzione. Uno dei protagonisti prese il nome da uno dei più subdoli e ammirevoli avversari dei Cavalieri dello Zodiaco, altri due erano nati anni prima grazie ai giochi di ruolo insieme ad alcuni comprimari.